L'autonomia e l'indipendenza degli associati è la prima condizione necessaria della vitalità e della storicità di una associazione: sbaragliati i massoni per la doppia disciplina cui rimanevano legati, bisognò sbaragliare i collaborazionisti e gli opportunisti. Ma la battaglia è appena iniziata: bisogna distruggere lo spirito collaborazionista e riformista; bisogna con esattezza e precisione segnare cosa noi intendiamo per lo Stato, e come nell'atteggiamento che il partito va sempre meglio assumendo, nulla ci sia che contrasti con la dottrina marxista. Bisogna fissare e far penetrare diffusamente nelle coscienze che lo Stato socialista, e cioè l'organizzazione della collettività dopo l'abolizione della proprietà privata, non continua lo Stato borghese, non è una evoluzione dello Stato capitalistico costituito dai tre poteri, esecutivo, parlamentare e giudiziario, ma continua ed è uno sviluppo sistematico delle organizzazioni professionali e degli enti locali, che il proletariato ha saputo già suscitare spontaneamente in regime individualistico. L'azione immediata che pertanto il proletariato deve svolgere non può tendere assolutamente alla dilatazione dei poteri e dell'intervenzionismo statale, ma deve tendere al discentramento dello Stato borghese, all'ampliamento delle autonomie locali e sindacali fuori della legge regolamentatrice. L'ordinamento che lo Stato capitalista ha assunto in Inghilterra è molto piú vicino al regime dei Soviet di quanto non vogliano ammettere i nostri borghesi che, parlano di «utopia leninista»; e nel riconoscimento è l'affermazione della vitalità perenne della dottrina marxista e della storicità della rivoluzione massimalista che rappresenta nel divenire storico un momento necessario.
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