I cattolici italiani(58)
I giornali cosí detti liberali dedicano molto spazio ai «retroscena» e ai pettegolezzi di sacrestia o di caffè intorno ai nuovi atteggiamenti che stanno assumendo i cattolici italiani e all'intenzione, che va maturando e concretandosi, di costituire un grande partito nazionale cattolico, che attivamente si inserisca nella vita dello Stato con un programma proprio distinto, e lotti per diventare il partito di governo, la corrente sociale che imprime allo Stato la forma peculiare alla sua particolare ideologia e ai suoi -particolari interessi nazionali e internazionali.
Il costituirsi di un tale partito segna il culminare di un processo di sviluppo ideologico e pratico della società italiana che è essenziale nella storia politica ed economica del nostro paese: il problema centrale della vita politica, riguardante la forma e la funzione dello Stato capitalista, si avvia ad una soluzione rapida, ed aspre lotte si profilano per l'avvenire prossimo tra i vari ceti borghesi. Perciò i giornali cosí detti liberali, che aborrono ogni lotta in quanto possibile inizio di vasti rivolgimenti sociali, cercano svalutare preventivamente l'efficienza della nuova organizzazione che sta costituendosi, annegando le notizie e le discussioni in una palude di pettegolezzi e di chiacchiere ciarlatanesche. Ma non certo le vacue esercitazioni letterarie dei giornalisti chiacchieroni arresteranno l'inesorabile processo di dissoluzione della vecchia società italiana e lo sferrarsi delle lotte in seno alla classe dirigente e il proletariato rimbocca già le maniche per apprestarsi al suo compito di seppellitore.
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