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      Lo Stato italiano è lo Stato di Pulcinella, dove nessuno comanda perché un'infinità di irresponsabili comandano, dove nessuno crea, perché gli incompetenti riddano attorno agli stipendi e alle sinecure, dove il domani è buio perché non esiste un'attività generale organizzata che segua rettilineamente una via conosciuta. È il paese del disordine permanente, della censura permanente, dello stato d'assedio permanente, anche se decreti e disposizioni particolari annunziano, confermano, ripetono, avvertono, assicurano. Esiste piú uno Stato? Esistono piú leggi generali? Esiste piú una gerarchia d'autorità che effettivamente riesca a ottenere obbedienza dai subalterni? Pulcinella trema; egli ha sentito rumore e il terrore bianco gli ha fermato il cuore, gli ha spezzato i tendini, gli ha atrofizzato il cervello.
      Un Soviet locale(61)
     
      La Fiat è diventata una colonia nord-americana, dove i probi pionieri wilsoniani, con tenacia e perseveranza, lavorano per creare il primo nucleo sociale italiano della Società delle Nazioni. Il capitalista Agnelli è convinto assertore della pace perpetua. Convinto e volenteroso. Una grande idea ha conquistato la sua coscienza. Può un uomo d'azione, un realizzatore, un creatore, un demiurgo della statura di Giovanni Agnelli, lasciare che le grandi idee ammuffiscano nelle soffitte della coscienza? La coscienza di Giovanni Agnelli è un granitico blocco senza interessi e screpolature: fede vi significa azione, concetto universale vi significa atto storico concreto.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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