Concretezza è organicità, e l'organicità dei problemi sociali si ritrova nella politica, che è l'atto creativo dello spirito pratico. Il «sapere» e il «volere» individuali devono sostanziarsi in «potere», se hanno un fine concreto, se sono «galantomismo» e «lealtà».
Il problema concreto non si risolve che nello Stato, e pertanto non si è «concreti» senza una concezione generale dell'essenza e dei limiti dello Stato. E poiché lo Stato è una sovranità organizzata in potere, non si è concreti senza una concezione generale del concetto di sovranità, senza un'adeguazione della propria energia individuale all'atto universale che opera attraverso la sovranità e si esprime in tutto il complesso meccanismo dell'amministrazione statale.
Il Giuliano non è un idealista; è un positivista all'inglese, con una incipriatura di fraseologia idealistica. La quistione sociale è vista, da buon puritano, come quistione morale, di purificazione interiore, da raggiungere attraverso la cultura e l'educazione individuale. La quistione sociale non è piú un problema storico, un momento necessario dello sviluppo progressivo della società umana, da superare storicamente, sostanziando di potenza materiale e spirituale la classe lavoratrice che porrà a base della sovranità e dello Stato l'atto produttivo di beni nel quale tutti gli uomini raggiungeranno una nobiltà spirituale, sostituendo quest'atto all'empiria del «maggior numero» democratico che si organizza attraverso la violenza e l'inganno demagogico, ma ridiventa il problema del male come lo concepiscono i cattolici, e lo concepiscono gli epigoni dell'illuminismo enciclopedista annidatisi nelle università popolari.
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