Lavoriamo, svolgendo la nostra attività di cultura per dimostrare che la esistenza dello Stato socialista è un anello essenziale della catena di sforzi che il proletariato deve compiere per la sua emancipazione, per la sua libertà.
Il lavoro di propaganda(70)
Alcuni compagni di Torino e della regione piemontese (dove specialmente la nostra rassegna è diffusa) ci informano che il lavoro di propaganda da loro svolto per la diffusione dell'Ordine Nuovo tra gli operai e contadini, non dà quei risultati permanenti che essi vorrebbero, perché molti compagni trovano che gli articoli da noi pubblicati sono «difficili». Dalle conversazioni avute con questi amici dell'Ordine Nuovo, abbiamo tratto queste conclusioni: — Psicologicamente, il periodo della propaganda elementare, cosiddetta «evangelica», è superato. Le idee fondamentali del comunismo sono state assimilate anche dai ceti piú arretrati della classe lavoratrice. È incredibile quanto abbia contribuito a ciò la guerra, la vita di caserma e la necessità in cui si è trovata la gerarchia militare di sviluppare una sistematica ed assillante propaganda anticomunista, che ha diffuso e inchiodato nei cervelli piú refrattari i termini elementari della polemica ideale tra capitalisti e proletari. I primi princípi debbono ormai ritenersi sottintesi: dall'«evangelo» bisogna passare alla critica e alla ricostruzione. Le esperienze comuniste di Russia e di Ungheria attraggono irresistibilmente l'attenzione. Si è avidi di notizie, di dimostrazioni logiche (siamo pronti in Italia? saremo all'altezza del nostro compito? quali errori è possibile evitare? ecc.
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