), di critica, di critica, di critica, e di concetti pratici sperimentali. Ma qui si rivela la povertà di cultura politica — nel senso di esperienza «costituzionale» — del popolo italiano: il Parlamento italiano è stato sempre una cosa morta; mai in Italia si sono avute grandi battaglie tra le istituzioni popolari dello Stato (Camera dei deputati, enti locali) e le istituzioni rappresentanti la Corona o le classi piú conservatrici (Senato, Ordine giudiziario, potere esecutivo), che si sono invece verificate in Inghilterra e in Francia.
Questa crisi in cui si dibatte il proletariato italiano, preso tra l'ardente desiderio di sapere e l'incapacità di soddisfarlo individualmente, deve essere e può essere risolta. E può essere e deve essere risolta col metodo che è proprio della classe degli operai e contadini, col metodo comunista, col metodo dei Soviet. La conquista delle otto ore lascia un margine di tempo libero che dev'essere dedicato al lavoro di cultura in comune. Bisogna convincere gli operai e i contadini che è loro interesse sottoporsi a una disciplina permanente di cultura, e farsi una concezione del mondo, del complesso e intricato sistema di relazioni umane, economiche e spirituali, che dà una forma alla vita sociale del globo. Questi Soviet di cultura proletaria dovrebbero essere promossi, presso i circoli e i fasci giovanili, dagli amici dell'Ordine Nuovo e diventare focolari di propaganda comunista concreta e realizzatrice: vi si dovrebbero studiare i problemi locali e regionali, vi si dovrebbero raccogliere elementi per compilare statistiche sulla produzione agricola e industriale, per conoscere le necessità urgenti, per conoscere la psicologia dei piccoli proprietari ecc. ecc.
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