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      Alcune correnti del movimento socialista e proletario avevano posto esplicitamente come fatto essenziale della rivoluzione l'organizzazione operaia di mestiere, e su questa base fondavano la loro propaganda e la loro azione. Il movimento sindacalista parve, per un momento, essere il vero interprete del marxismo, vero interprete della verità.
      L'errore del sindacalismo consiste in ciò: nell'assumere come fatto permanente, come forma perenne dell'associazionismo, il sindacato professionale nella forma e con le funzioni attuali, che sono imposte e non proposte, e quindi non possono avere una linea costante e prevedibile di sviluppo. Il sindacalismo, che si presentò come iniziatore di una tradizione liberista «spontaneista», è stato in verità uno dei tanti camuffamenti dello spirito giacobino e astratto.
      Da ciò gli errori della corrente sindacalista, che non riuscí a sostituire il Partito socialista nel compito di educare alla rivoluzione la classe lavoratrice. Gli operai e i contadini sentivano che, per tutto il periodo in cui la classe proprietaria e lo Stato democratico-parlamentare dettano le leggi della storia, ogni tentativo di evasione dalla sfera di queste leggi è inane e ridicolo. È certo che nella configurazione generale assunta dalla società colla produzione industriale, ogni uomo può attivamente partecipare alla vita e modificare l'ambiente solo in quanto opera come individuo-cittadino, membro dello Stato democratico-parlamentare. L'esperienza liberale non è vana e non può essere superata se non dopo averla fatta.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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