Il cammino non sarà né breve, né facile, lo sappiamo: molte difficoltà sorgeranno e vi saranno opposte, e per superarle occorrerà fare uso di grande abilità, occorrerà forse talora fare appello alla forza della classe organizzata, occorrerà sempre essere animati e spinti all’azione da una grande fede, ma quello che piú importa, o compagni, è che gli operai, sotto la guida vostra e di coloro che vi imiteranno, acquistino la viva certezza di camminare ormai, sicuri della meta, sulla grande via dell’avvenire.
Socialisti e anarchici(5)
Viene spesso rimproverato agli anarchici di dedicare la loro attività di propaganda piú alla lotta contro gli organismi politici e corporativi del proletariato, che non alla lotta contro la classe dominante. Obbiettivamente il fatto è inconfutabile. Il problema da studiare è però questo: gli anarchici possono fare diversamente? potrebbero svolgere una qualsiasi attività permanente e organica se non esistesse l’organizzazione socialista e proletaria?
Esiste una dottrina anarchica? Esiste solo un complesso di aforismi, di sentenze generali, di affermazioni perentorie, che gli anarchici chiamano la loro «dottrina»: e il metodo che gli anarchici seguono nello svolgere la loro azione consiste nell’accettare, ecletticamente ed empiricamente, tutte le critiche all’ordinamento attuale che reputano capaci di promuovere uno stato di disagio e di malessere psicologico e su di esse fondare le loro affermazioni, i loro aforismi, le loro sentenze. Gli anarchici non hanno una concezione organica del mondo e della storia: vedono gli effetti, i fenomeni vistosi, non le cause, non la continuità del processo storico che si rivela, solo come mero indizio, in questi effetti e in questi fenomeni.
| |
|