In questo senso i sindacati, che sono costituiti con gli operai migliori e piú consapevoli, attuano il momento supremo della lotta di classe e della dittatura del proletariato: essi creano le condizioni obbiettive in cui le classi non possono piú esistere né rinascere.
Questo fanno in Russia i sindacati di industria. Essi sono diventati gli organismi in cui tutte le singole imprese di una certa industria si amalgamano, si connettono, si articolano, formando una grande unità industriale. Le concorrenze sperperatrici vengono eliminate, i grandi servizi amministrativi, di rifornimento, di distribuzione e di accumulamento, vengono unificati in grandi centrali. I sistemi di lavoro, i segreti di fabbricazione, le nuove applicazioni diventano immediatamente comuni a tutta l’industria. La molteplicità di funzioni burocratiche e disciplinari inerente ai rapporti di proprietà privata e alla impresa individuale, viene ridotta alle pure necessità industriali. L’applicazione dei princípi sindacali all’industria tessile ha permesso in Russia una riduzione di burocrazia da 100.000 impiegati a 3.500.
La organizzazione per fabbrica compone la classe (tutta la classe) in una unità omogenea e coesa che aderisce plasticamente al processo industriale di produzione e lo domina per impadronirsene definitivamente. Nell’organizzazione per fabbrica si incarna dunque la dittatura proletaria, lo Stato comunista che distrugge il dominio di classe nelle superstrutture politiche e nei suoi ingranaggi generali.
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