Prova ne sia che le maggiori e piú importanti guerre di successione e di equilibrio combattute in Europa negli ultimi secoli, sono state impegnate e decise sotto questa pressione, e il sistema nefasto delle alleanze, che ha scagliato troppo spesso i vari gruppi delle nazioni europee in cosí tragici e micidiali conflitti, è interamente dominato dal prevalente peso della potenza russa. Questo si è massimamente visto due volte nella recente storia d’Europa, nella guerra dei sette anni, che deve la sua soluzione all’atteggiamento definitivo della Russia di Pietro III e di Caterina II, e nella gran lotta franco-inglese dell’età rivoluzionaria ed imperiale, che si chiude in due tempi, sempre per effetto della carta russa, che giuoca il colpo finale della partita, nel 1807 a Tilsit a favore della Francia, e nel 1814-15 a Vienna in pro’ degli inglesi.
E a guardar bene anche la conflagrazione europea del 1914-18 è stata determinata nei suoi momenti fondamentali dalla situazione russa, sebbene scaturisse essenzialmente dalla rivalità economica della Gran Bretagna e della Germania, sulla quale s’era innestata l’inimicizia ereditaria franco-tedesca.
Senza l’alleanza russa l’Inghilterra non avrebbe mai affrontato la lotta, mentre poi solo il crollo russo determinò l’efficace e positivo intervento americano. E terminato il conflitto armato, la rivoluzione russa ha per cosí dire preso il posto della guerra, come fatto caratteristico e dominante dell’attuale situazione europea.
La parte decisiva, che la rivoluzione russa ha avuto sul corso degli ultimi avvenimenti militari e politici, co’ quali si è chiusa la guerra, è già stata messa in rilievo da varie parti.
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