È necessario incrudire il distacco delle classi, è necessario che la borghesia dimostri la sua assoluta incapacità a soddisfare i bisogni delle moltitudini, è necessario che queste si persuadano sperimentalmente che sussiste un dilemma netto e crudo: o la morte per fame, la schiavitú di un tallone straniero sulla nuca che costringa l’operaio e il contadino a crepare sulla macchina e sulla zolla di terra, o uno sforzo eroico, uno sforzo sovrumano degli operai e contadini italiani per creare un ordine proletario, per sopprimere la classe proprietaria ed eliminare ogni ragione di sperpero, di improduttività, di indisciplina, di disordine.
Solo per questi motivi rivoluzionari l’avanguardia cosciente del proletariato italiano è scesa nella lizza elettorale, si è solidamente piantata nella fiera parlamentare. Non per un’illusione democratica, non per un intenerimento riformista: per creare le condizioni del trionfo del proletariato, per assicurare la buona riuscita dello sforzo rivoluzionario che è diretto a instaurare la dittatura proletaria incarnantesi nel sistema dei Consigli, fuori e contro il Parlamento.
I risultati che attendiamo(14)
L’Italia è entrata in guerra per la volontà pervicace di un pugno di facinorosi e di avventurieri. Ma costoro non sono stati che l’espressione vivente di una situazione storica generale. L’Italia era attanagliata dalla necessità capitalistica europea: la sua vita era una vita di riflesso, in economia e in politica. I partiti politici non nascevano da condizioni inerenti alla struttura dell’apparato di produzione industriale e agricola della nazione.
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