Il Partito socialista, con la sua azione intransigente nel dominio politico, provoca gli stessi risultati che i sindacati attuano nel campo economico: pone fine alla libera concorrenza. Il Partito socialista, col suo programma rivoluzionario, sottrae all’apparecchio di Stato borghese la sua base democratica del consenso dei governanti. Esso influenza sempre piú profonde masse popolari e le assicura che lo stato di disagio in cui si dibattono non è una frivolezza, non è un malessere senza uscita, ma corrisponde a una necessità obbiettiva, è il momento ineluttabile di un processo dialettico che deve sboccare in una lacerazione violenta, in una rigenerazione della società. Ecco che il Partito si viene cosí identificando con la coscienza storica delle masse popolari e ne governa il movimento spontaneo, irresistibile: questo governo è incorporeo, funziona attraverso milioni e milioni di legami spirituali, è una irradiazione di prestigio, che solo in momenti culminanti può diventare un governo effettivo: per un appello in piazza, per uno schieramento corporeo di forze militanti, disposte alla lotta per allontanare un pericolo, per dissolvere una nube di violenza reazionaria.
Ottenuto il risultato di paralizzare il funzionamento del governo legale delle masse popolari, si inizia per il Partito la fase di attività piú difficile e piú delicata: la fase di attività positiva. Le concezioni diffuse dal Partito operano autonomamente nelle coscienze individue e determinano configurazioni sociali nuove, aderenti a queste concezioni, determinano organismi che funzionano per intima legge, determinano embrionali apparecchi di potere, nei quali la massa attua il suo governo, nei quali la massa acquista coscienza della sua responsabilità storica e della sua precisa missione di creare le condizioni del comunismo rigeneratore.
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