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      Le condizioni internazionali e nazionali della rivoluzione proletaria si profilano sempre piú nette e precise e si consolidano. Ed ecco, proprio nel momento che potrebbe essere decisivo, lo strumento massimo della rivoluzione proletaria italiana, il Partito socialista, si decompone, aggredito e avviluppato insidiosamente dai politicanti parlamentari e dai funzionari confederali, da individui che rivendicano un potere rappresentativo che non ha base seria e concreta, che si fonda sull’equivoco, che si fonda sull’assenza di ogni continuità d’azione e sulla poltroneria mentale che è propria degli operai come di tutti gli altri italiani. E dalla parte comunista, dalla parte rivoluzionaria, dalla parte degli enti direttivi nominati dalla maggioranza rivoluzionaria, nessuna azione d’insieme per arginare questa decomposizione, per disinfettare il Partito per organizzarlo in compagine omogenea, per organizzarlo come sezione della III Internazionale, inserita fortemente nel sistema mondiale di forze rivoluzionarie che intendono seriamente attuare le tesi comuniste.
      La resistenza del blocco imperialista, che era riuscito a soggiogare il mondo a poche casseforti, è spezzata, è disgregata dalle vittorie militari dello Stato operaio russo. Il sistema della rivoluzione proletaria internazionale, che si impernia sull’esistenza e sullo sviluppo come potenza mondiale dello Stato operaio russo, possiede oggi un esercito di due milioni di baionette, esercito pieno di entusiasmo guerriero perché vittorioso e perché consapevole di essere il protagonista della storia contemporanea.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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