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      Preparare la classe operaia, che ha interesse vitale a fondare il comunismo, a raggiungere il suo fine storico, significa appunto organizzare il proletariato in classe dominante: il proletariato deve farsi una psicologia simile a quella della classe borghese attuale, simile per l’arte del governare, per l’arte di saper condurre a buon termine una iniziativa, un’azione generale dello Stato operaio, non certo per l’arte dello sfruttare. Del resto, anche se volesse, il proletario non potrebbe farsi una psicologia di sfruttatore; il proletario non può diventare proprietario, a meno che non distrugga le officine e le macchine e diventi proprietario dei pezzi di ferro reso inutile, per morirci sopra il giorno dopo: appunto perché non può, date le condizioni tecniche della produzione industriale, diventare proprietario e sfruttare, il proletario è chiamato dalla storia a fondare il comunismo, a liberare tutti gli oppressi e gli sfruttati.
     
      Il Partito socialista non diventerà effettivamente partito di governo rivoluzionario se il proletariato non arriva a concepire i suoi problemi immediatamente vitali come risolvibili solo da un suo governo di classe, che ha raggiunto il potere rivoluzionariamente.
      La classe operaia sa che solo producendo essa domina la società e la conduce al comunismo: anche per la classe operaia problema fondamentale e permanente è quello della produzione e dell’aumento della produzione. Ma per la classe operaia il problema della produzione e dell’aumento della produzione si pone in questi termini: come ottenere che la classe operaia possa continuare a produrre e sia in grado fisicamente di aumentare la produzione.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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