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      La rivoluzione tedesca(25)
     
     
      La «dittatura militare» ha dato l’assalto alla «democrazia» tedesca e ha cozzato non contro le organizzazioni dello Stato parlamentare, che non esistevano all’infuori della stessa dittatura militare, non contro le milizie fedeli del suffragio universale e della Costituente, che non esistevano all’infuori dei quadri della dittatura militare, ma contro la classe operaia che d’un colpo ha arrestato la vita economica della Germania, contro la classe operaia insorta con le armi in pugno per difendere la sua libertà e il suo avvenire storico.
      La «democrazia» non ha resistito un solo momento, è scappata al primo strepito minaccioso dei reggimenti di Ludendorff in marcia; la democrazia tedesca era spietatamente forte solo con la classe operaia, si faceva rispettare solo con la classe operaia, trovava armi sicure e milizie fedeli solo quando la classe operaia rivendicava una libertà e un diritto proletario; la democrazia non era che uno strumento in mano della dittatura militare, uno strumento di guerra civile che viene smesso quando non serve piú, quando diventa ingombrante e minaccia di cadere in mano dell’avversario.
      La sconfitta di Ludendorff non è dunque la semplice sconfitta della sola casta militare germanica: è una delle fasi piú importanti nel processo di sviluppo della rivoluzione tedesca, perché indica il prevalere della potenza proletaria sulla potenza dello Stato borghese, perché indica che in Germania l’equilibrio delle forze si è spostato a vantaggio della classe operaia.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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