Gli industriali continueranno nei tentativi di suscitare artificialmente la concorrenza tra gli operai, suddividendoli in categorie arbitrarie, e ogni categoria in altre categorie, quando il perfezionamento degli automatismi ha ucciso questa concorrenza; continueranno nei tentativi di inasprire i tecnici contro gli operai e gli operai contro i tecnici, quando i sistemi di lavoro tendono ad affratellare questi due fattori della produzione, e li spingono a unirsi politicamente; gli operai continueranno a sentire di non poter essere difesi dai sindacati professionali nella lotta contro la molteplicità e la imprevedibilità delle insidie che i capitalisti, favoriti dai nuovi modi di produzione, loro incessantemente tendono, e non saranno mai queti, non lavoreranno mai con tranquillità, sentiranno piú aspramente il loro stato di oppressione, saranno piú facili agli impulsi e agli scatti di collera.
Da queste nuove condizioni di lavoro, maturate durante la guerra, era stata determinata a Torino la formazione dei Consigli di fabbrica: le condizioni permangono, permane il bisogno nella coscienza degli operai, bisogno acuito e reso intelligente dall’educazione politica, e solo il Consiglio di fabbrica e il sistema dei Consigli potranno soddisfarlo.
La classe operaia, per lo sviluppo della civiltà industriale, per lo sviluppo dei mezzi di oppressione e di sfruttamento, è condotta ad attuare azioni, a porsi e a tentare fini, ad applicare metodi, che non vengono compresi dagli uomini freddi e senza entusiasmo che il meccanismo burocratico ha posto nelle cariche direttive delle sue organizzazioni di lotta.
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