Qual è il valore intrinseco, la portata politica del programma di governo dell’on. Giolitti? È attuabile in sé e per sé? Costituisce, o può costituire un reale passo in avanti nella storia del popolo italiano, nello sviluppo delle istituzioni pubbliche della nazione italiana? Nel campo della democrazia parlamentare esistono forze politiche efficienti in tal misura da poter diventare la base di un tale programma? Nel campo della produzione gestita dai privati proprietari degli strumenti di lavoro esistono le forze economiche capaci di sostenere un tal programma, tali cioè da trovare nella esplicazione di un tal programma le condizioni esterne politiche necessarie e indispensabili per il loro miglior sviluppo?
L’on. Giolitti si propone di restaurare il potere dell’assemblea elettiva e di estenderlo, limitando il potere dell’esecutivo, limitando le prerogative della Corona. Il programma dell’on. Giolitti, in questo senso, implica che il Parlamento sia investito dei poteri di una Costituente o implica lo scioglimento del Parlamento e la convocazione di una Assemblea costituente eletta dalla nazione in vista di una nuova, radicale riorganizzazione dell’apparecchio di Stato. In questa parte del suo programma l’on. Giolitti muove da presupposti superficialissimi; dalla constatazione che il Parlamento è screditato e che l’azione legislativa viene esercitata dal governo sotto forma di decreti legge. Ma questo discredito del Parlamento come deve essere considerato? Il discredito del Parlamento è causa o effetto della crisi generale in cui si dibatte il paese?
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