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      Il processo reale della rivoluzione proletaria non può essere identificato con lo sviluppo e l’azione delle organizzazioni rivoluzionarie di tipo volontario e contrattualista quali sono il partito politico e i sindacati professionali: organizzazioni nate nel campo della democrazia borghese, nate nel campo della libertà politica, come affermazioni e come sviluppo della libertà politica. Queste organizzazioni, in quanto incarnano una dottrina che interpreta il processo rivoluzionario e ne prevede (entro certi limiti di probabilità storica) lo sviluppo, in quanto sono riconosciute dalle grandi masse come un loro riflesso e un loro embrionale apparecchio di governo, sono attualmente e sempre piú diventeranno gli agenti diretti e responsabili dei successivi atti di liberazione che l’intiera classe lavoratrice tenterà nel corso del processo rivoluzionario. Ma tuttavia esse non incarnano questo processo, esse non superano lo Stato borghese, esse non abbracciano e non possono abbracciare tutto il molteplice pullulare di forze rivoluzionarie che il capitalismo scatena nel suo procedere implacabile di macchina da sfruttamento e da oppressione.
      Nel periodo di predominio economico e politico della classe borghese lo svolgimento reale del processo rivoluzionario avviene sotterraneamente, nell’oscurità della fabbrica e nell’oscurità della coscienza delle moltitudini sterminate che il capitalismo assoggetta alle sue leggi: esso non è controllabile e documentabile, lo sarà in avvenire quando gli elementi che lo costituiscono (i sentimenti, le velleità, le abitudini, i germi di iniziativa e di costume) si saranno sviluppati e purificati con lo svilupparsi della società, con lo svilupparsi della situazione che la classe operaia viene ad occupare nel campo della produzione.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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