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      Le organizzazioni rivoluzionarie (il partito politico e il sindacato professionale) sono nate nel campo della libertà politica, nel campo della democrazia borghese, come affermazione e sviluppo della libertà e della democrazia in generale, in un campo in cui sussistono i rapporti di cittadino a cittadino: il processo rivoluzionario si attua nel campo della produzione, nella fabbrica, dove i rapporti sono di oppressore a oppresso, di sfruttatore a sfruttato, dove non esiste libertà per l’operaio, dove non esiste democrazia; il processo rivoluzionario si attua dove l’operaio è nulla e vuol diventare tutto, dove il potere del proprietario è illimitato, è potere di vita e di morte sull’operaio, sulla donna dell’operaio, sui figli dell’operaio.
     
      Quando noi diciamo che il processo storico della rivoluzione operaia, che è immanente nella convivenza umana in regime capitalista, che ha le leggi in se stesso e si svolge necessariamente per il confluire di una molteplicità di azioni incontrollabili perché create da una situazione che non è voluta dall’operaio e non è prevedibile dall’operaio, quando noi diciamo che il processo storico della rivoluzione operaia è affiorato alla luce, è diventato controllabile e documentabile?
      Noi diciamo questo quando tutta la classe operaia è diventata rivoluzionaria, non piú nel significato che essa rifiuta genericamente di collaborare agli istituti di governo della classe borghese, non piú nel senso che essa rappresenta una opposizione nel campo della democrazia, ma nel senso che tutta la classe operaia, quale si ritrova in una fabbrica, inizia un’azione che deve necessariamente sboccare nella fondazione di uno Stato operaio, che deve necessariamente condurre a configurare la società umana in una forma che è assolutamente originale, in una forma universale, che abbraccia tutta l’Internazionale operaia e quindi tutta l’umanità. E noi diciamo che il periodo attuale è rivoluzionario appunto perché constatiamo che la classe operaia, in tutte le nazioni, tende a creare, tende con tutte le sue energie - pur tra gli errori, i tentennamenti, gli impacci propri di una classe oppressa, che non ha esperienza storica, che deve tutto fare originalmente - a esprimere dal suo seno istituti di tipo nuovo nel campo operaio, istituti a base rappresentativa, costruiti entro una schema industriale; noi diciamo che il periodo attuale è rivoluzionario perché la classe operaia tende con tutte le sue forze, con tutta la sua volontà a fondare il suo Stato.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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