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      Ecco perché noi diciamo che la nascita dei Consigli operai di fabbrica rappresenta un grandioso evento storico, rappresenta l’inizio di una nuova èra nella storia del genere umano: per essa il processo rivoluzionario è affiorato alla luce, entra nella fase in cui può essere controllato e documentato.
     
      Nella fase liberale del processo storico della classe borghese e della società dominata dalla classe borghese, la cellula elementare dello Stato era il proprietario che nella fabbrica soggioga al suo profitto la classe operaia. Nella fase liberale il proprietario era anche imprenditore, era anche industriale: il potere industriale, la fonte del potere industriale era nella fabbrica, e l’operaio non riusciva a liberare la sua coscienza dalla persuasione della necessità del proprietario, la cui persona si identificava con la persona dell’industriale, con la persona del gestore responsabile della produzione e quindi anche del suo salario, del suo pane, del suo abito, del suo tetto.
      Nella fase imperialista del processo storico della classe borghese, il potere industriale di ogni fabbrica si stacca dalla fabbrica e si accentra in un trust, in un monopolio, in una banca, nella burocrazia statale. Il potere industriale diventa irresponsabile e quindi piú autocratico, piú spietato, piú arbitrario: ma l’operaio, liberato dalla soggezione del «capo», liberato dallo spirito servile di gerarchia, spinto anche dalle nuove condizioni generali in cui la società si trova dipendentemente dalla nuova fase storica, l’operaio attua inapprezzabili conquiste di autonomia e di iniziativa.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





Consigli Stato