Ogni azione attuale rivoluzionaria ha valore, è reale storicamente, in quanto aderisce a questo processo, in quanto è concepita ed è un atto di liberazione di questo processo dalle soprastrutture borghesi che lo costringono e lo inceppano.
I rapporti che devono intercorrere tra il partito politico e il Consiglio di fabbrica, tra il sindacato e il Consiglio di fabbrica risultano già implicitamente da questa esposizione: il partito e il sindacato non devono porsi come tutori o come superstrutture già costituite di questa nuova istituzione, in cui prende forma storica controllabile il processo storico della rivoluzione, essi devono porsi come agenti consapevoli della sua liberazione dalle forze di compressione che si riassumono nello Stato borghese, devono proporsi di organizzare le condizioni esterne generali (politiche) in cui il processo [della] rivoluzione abbia la sua massima celerità, in cui le forze produttive liberate trovino la massima espansione.
Sindacati e Consigli(31)
Il sindacato non è questa o quella definizione del sindacato: il sindacato diventa una determinata definizione e cioè assume una determinata figura storica in quanto le forze e la volontà operaie che lo costituiscono gli imprimono quell’indirizzo e pongono alla sua azione quel fine che sono affermati nella definizione.
Obbiettivamente il sindacato è la forma che la merce-lavoro assume e sola può assumere in regime capitalista quando si organizza per dominare il mercato: questa forma è un ufficio costituito di funzionari, tecnici (quando sono tecnici) dell’organizzazione, specialisti (quando sono specialisti) nell’arte di concentrare e di guidare le forze operaie in modo da stabilire con la potenza del capitale un equilibrio vantaggioso alla classe operaia.
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Consiglio Consiglio Stato Consigli
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