Intanto la sezione socialista torinese ha avuto il merito di impostare un’azione per togliere ai riformisti il controllo del movimento sindacale, prevedendo (facile previsione) che nei momenti supremi i capi sindacalisti avrebbero sabotato la volontà del Partito e delle masse: questa azione non ha avuto i risultati che avrebbe dovuto avere per l’intervento proprio... della direzione del Partito. La sezione torinese, accusata di indisciplina dopo il movimento dell’aprile, aveva prima del movimento preparato la sua relazione al Consiglio nazionale nella quale biasimava aspramente la direzione per non aver dedicato nessuna cura all’organizzazione rivoluzionaria e allo stabilirsi di una disciplina fortemente accentrata e responsabile. Purtroppo la relazione della sezione torinese è ancora oggi di attualità; gli ultimi avvenimenti sono la ripetizione aggravata degli avvenimenti torinesi dell’aprile. È diventato di attualità piú di quanto avessimo potuto credere, anche questo paragrafo: «Il partito politico della classe operaia è giustificato solo in quanto, accentrando e coordinando fortemente l’azione proletaria, contrappone un potere rivoluzionario di fatto al potere legale dello Stato borghese e ne limita la libertà di iniziativa e di manovra; se il Partito non realizza l’unità e la simultaneità degli sforzi, se il Partito si rivela un mero organismo burocratico senza anima e senza volontà, la classe operaia istintivamente tende a costituirsi un altro partito e si sposta verso le tendenze anarchiche, che appunto aspramente e incessantemente criticano l’accentramento e il funzionarismo dei partiti politici».
| |
Partito Partito Consiglio Stato Partito Partito
|