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      Gli avvenimenti allora si svolsero secondo la volontà dei capitalisti e la classe operaia torinese fu sconfitta; a nulla valsero gli sforzi compiuti dalla sezione torinese per ottenere che il Partito si ponesse a capo del movimento, la sezione fu accusata di indisciplina, di leggerezza, di... anarchismo. Ogni discussione fu sistematicamente evitata; discutere la relazione al Consiglio, scritta e a conoscenza del Partito prima che lo sciopero dei metallurgici diventasse sciopero generale piemontese, quando cioè un intervento energico degli organismi centrali era ancora possibile e poteva essere decisivo, avrebbe significato rivedere i giudizi e le accuse, avrebbe significato fare una «brutta figura» dinanzi alle masse.
      Cose passate... Avvenimenti che paiono oggi lontanissimi. Corre voce che alcuni dei piú accaniti contro i «torinesi» abbiano completamente mutato parere. E tuttavia, per il ricordo delle giornate di passione vissute nell’aprile scorso, fa piacere a noi, come farà indubbiamente piacere a tutti i compagni della sezione e alla massa operaia, essere informati che il giudizio del Comitato esecutivo della III Internazionale è molto diverso da quello, che pareva inappellabile, dei maggiori esponenti italiani del Partito; essere informati che proprio il giudizio dei «quattro scalmanati» torinesi ha avuto il suffragio dell’autorità piú alta del movimento operaio internazionale.
     
     
      Il Partito comunista(36)
     
     
      IDopo il Sorel è divenuto luogo comune riferirsi alle primitive comunità cristiane per giudicare il movimento proletario moderno.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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