A parte la generalizzazione dilettantesca, per cui gli «operai metallurgici torinesi» ti diventano un’accozzaglia di bruti, che ogni giorno mangiano un pollo arrosto, che ogni notte si ubbriacano nei postriboli, che non amano la famiglia, che ricercano nel cinematografo e nell’imitazione scimmiesca delle abitudini borghesi la soddisfazione dei loro ideali di bellezza e di vita morale - a parte questa generalizzazione dilettantesca e puerile, l’affermazione non può affatto diventare presupposto di un giudizio storico: essa equivarrebbe, nell’ordine dell’intelligenza storica, a quest’altra: poiché i cristiani moderni mangiano polli, vanno a donne, si ubbriacano, dicono falso testimonio, sono adulteri ecc. ecc., perciò è una leggenda che siano esistiti gli asceti, i martiri, i santi. Ogni fenomeno storico, insomma, deve essere studiato per i suoi caratteri peculiari, nel quadro della attualità reale, come sviluppo della libertà che si manifesta in finalità, in istituti, in forme che non possono essere assolutamente confuse e paragonate (altro che metaforicamente) con la finalità, gli istituti, le forme dei fenomeni storici passati. Ogni rivoluzione, la quale, come la cristiana e come la comunista, si attua e può solo attuarsi con un sommovimento delle piú profonde e vaste masse popolari, non può che spezzare e distruggere tutto il sistema esistente di organizzazione sociale; chi può immaginare e prevedere le conseguenze immediate che provocherà l’apparizione nel campo della distruzione e della creazione storica delle sterminate moltitudini che oggi non hanno volontà e potere?
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