Esse, perché non hanno mai «voluto e potuto», pretenderanno vedere materializzati in ogni atto pubblico e privato la volontà e il potere conquistato; esse troveranno misteriosamente ostile tutto l’esistente e vorranno distruggerlo dalle fondamenta; ma appunto per questa immensità della rivoluzione, per questo suo carattere di imprevedibilità e di sconfinata libertà, chi può arrischiare anche una sola ipotesi definitiva sui sentimenti, sulle passioni, sulle iniziative, sulle virtú che si foggeranno in una tale fucina incandescente? Ciò che oggi esiste, ciò che oggi noi vediamo, all’infuori della nostra volontà e della nostra forza di carattere, quali mutamenti potrà subire? Ogni giorno di una tale intensa vita non sarà una rivoluzione? Ogni mutamento nelle coscienze individuali, in quanto ottenuto simultaneamente per tutta l’ampiezza della massa popolare, non avrà risultati creativi inimmaginabili?
Niente può essere preveduto, nell’ordine della vita morale e dei sentimenti, partendo dalle constatazioni attuali. Un solo sentimento, divenuto ormai costante, tale da caratterizzare la classe operaia, è dato oggi verificare: quello della solidarietà. Ma la intensità e la forza di questo sentimento possono essere solo valutate come sostegno della volontà di resistere e di sacrificarsi per un periodo di tempo che anche la scarsa capacità popolare di previsione storica riesce, con una certa approssimazione, a commisurare; esse non possono essere valutate, e quindi assunte come sostegno della volontà storica per il periodo della creazione rivoluzionaria e della fondazione della società nuova, quando sarà impossibile fissare ogni limite temporale nella resistenza e nel sacrifizio, poiché il nemico da combattere e da vincere non sarà piú fuori del proletariato, non sarà piú una potenza fisica esterna limitata e controllabile, ma sarà nel proletariato stesso, nella sua ignoranza, nella sua pigrizia, nella sua massiccia impenetrabilità alle rapide intuizioni, quando la dialettica della lotta delle classi si sarà interiorizzata e in ogni coscienza l’uomo nuovo dovrà, in ogni atto, combattere il «borghese» agli agguati.
| |
|