Viltà e leggerezza(37)
La delegazione confederale, recatasi in Russia per informare le masse operaie sui problemi che lo sviluppo storico della società capitalistica pone ineluttabilmente al proletariato e sulle soluzioni economiche e politiche che uno Stato operaio, in circostanze ben determinate, può dare, ha comunicato la sua relazione... al Resto del Carlino. Cosí questa relazione, scritta con la frigidità ostentata di chi vuole nascondere dietro il tenue velo dell’obiettività l’intima soddisfazione non potuta esprimere con un trionfante: «L’avevo detto io!», è stata data in pasto alla reazione nazionale e internazionale prima che una discussione tra le varie correnti rappresentate nella missione potesse fissare, per le masse proletarie italiane, un qualche punto di riferimento critico, un qualche criterio metodologico per risalire dal fatto brutale alla comprensione storica, dal numero al pensiero.
La relazione D’Aragona, Bianchi, Colombino, non rivela alcuna novità sulla situazione reale della Russia: poiché erano note anche prima l’angustia mentale e l’incapacità a comprendere la storia dei tre, la relazione non rivela nulla neppure in questo campo. L’insistenza con cui il fenomeno della prostituzione viene assunto come indice della situazione russa è l’unica originalità della relazione; chi conosce i costumi diffusi nel ceto degli organizzatori può trarre da questo motivo psicologico una guida per orientarsi nel quadro che gli viene descritto. Appare evidente che i nostri funzionari sindacali sono andati in Russia con le stesse disposizioni spirituali con cui erano soliti recarsi ai convegni, ai congressi, ai sopraluoghi, alle inaugurazioni di bandiere e di circoli: volevano specialmente divertirsi e prima loro preoccupazione fu quella di informarsi sui postriboli e sui restaurants dove ci si trova meglio.
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