Ma un fatto è specialmente importante e deve essere posto bene in luce: nessun partito operaio, nessuna organizzazione di operai, nemmeno quelli che si pongono sul terreno dell’opportunismo e del riformismo, non osano piú dirsi apertamente contrari alla Russia dei Soviet, anche se di fatto nei loro paesi questi partiti sostengono il potere della borghesia.
Perché i partiti e le organizzazioni riformiste ed opportuniste sono costretti in questo modo a nascondere la loro opposizione reale e di principio contro la Russia dei Soviet, sotto la maschera di una ipocrita amicizia? Perché se cosí non facessero in breve tempo essi perderebbero il sostegno delle masse operaie. È dunque un motivo utilitario quello che li spinge a dichiararsi per la Russia. Allo stesso modo si comportano i centristi e i semiriformisti i quali, benché si dicano contrari all’internazionale comunista, ai suoi principi, alla sua tattica ed alla sua organizzazione centralizzata, ciò nonostante si presentano alla classe operaia come difensori della rivoluzione proletaria russa. Se cosí non facessero essi sarebbero perduti, e le masse se ne staccherebbero. Essi seguono un’ipocrita politica di amicizia e di simpatia per la Russia per poter continuare l’opera loro confusionistica, per impedire la rivoluzione del proletariato.
Ciò è vero per tutti i paesi, e soprattutto per l’Italia. Non parliamo dei riformisti, perché gli operai coscienti sanno ormai come giudicare la loro politica, sanno che essi sono dei nemici della rivoluzione proletaria russa, benché essi pure non osino francamente condannarla.
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