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      Le dichiarazioni esplicite fatte ai due Congressi di Livorno dal segretario della Federazione giovanile italiana hanno forse contribuito a diminuire l’interesse che altrimenti dovrebbe essere grandissimo. Che cosa diranno, degli avvenimenti del Partito, i giovani? Che cosa pensano essi delle sorti del movimento proletario italiano? Con quali occhi, con quale animo considerano essi gli eventi attuali, e, quello che piú conta, con quali propositi considerano l’avvenire essi, che l’avvenire del Partito portano in sé, che rappresentano, che sono la continuità di esso e di tutto il movimento proletario e sovversivo?
      Confessiamolo: gli «adulti» non solo si disinteressano, non solo trascurano, ma in parte anche volutamente tengono in minor conto il movimento dei giovani. Nelle assemblee essi sono sempre un poco i tollerati, e nelle ultime discussioni che si son fatte in preparazione del congresso e che in alcuni luoghi sono state lunghe, vivaci, talora tempestose, non è mancato chi insultasse l’ardore e l’impetuosità giovanile, quasi considerandola come una claque. Inutile lamentarsi: l’organizzazione dei giovani fu sempre o quasi sempre tenuta un poco in disparte e non se ne può far colpa a nessuno, se non al Partito nel suo complesso, al Partito nel quale non è stata mai presente in modo chiaro la coscienza di ciò che dovesse rappresentare nel suo seno questa organizzazione.
      Difetto di visione organica, dunque, difetto che si spiega coi caratteri stessi che ha avuto il movimento giovanile nei diversi periodi della storia del socialismo italiano.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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