Per i comunisti impostare il problema del controllo significa impostare il problema massimo dell’attuale periodo storico, significa impostare il problema del potere operaio sui mezzi di produzione e quindi il problema della conquista dello Stato. Da questo punto di vista la presentazione di un disegno di legge, la sua approvazione, e la sua esecuzione nell’ambito dello Stato borghese sono avvenimenti di secondaria importanza: il potere operaio ha e solo può avere la ragione del suo essere e del suo imporsi nell’interno della classe operaia, nella capacità politica della classe operaia, nella potenza reale che la classe operaia possiede come fattore indispensabile e insopprimibile della produzione e come organizzazione di forza politica e militare. Ogni legge che, a questo proposito, emani dal potere borghese, ha un solo significato e un solo valore, questo: significa che realmente, e non solo verbalmente, il terreno della lotta delle classi è mutato, in quanto la borghesia è costretta a fare sul nuovo terreno delle concessioni e a creare nuovi istituti giuridici, ha il valore dimostrativo reale di una debolezza organica della classe dominante.
Ammettere che il potere d’iniziativa nell’industria possa soffrire delle limitazioni, ammettere che l’autocrazia industriale possa diventare «democrazia» sia pure formale, significa ammettere che la borghesia è ormai effettivamente scaduta dalla sua posizione storica di classe dirigente, significa ammettere che la borghesia effettivamente è incapace di garantire alle masse popolari le condizioni di esistenza e di sviluppo.
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