E vorrebbero convincerci, costoro, che abbiamo fatto male, che abbiamo commesso un delitto staccandoci da loro; e vorrebbero convincerci che noi siamo i leggeri, che noi siamo gli irresponsabili, che noi siamo i «miracolisti», che noi non siamo capaci a comprendere e a pesare le difficoltà delle situazioni storiche e dei movimenti rivoluzionari. E vorrebbero che noi ci persuadessimo che in loro si realizza la saggezza, la competenza, la tecnica, il buonsenso, la capacità politica e amministrativa accumulata dal proletariato nella sua lotta e nelle sue esperienze storiche di classe. Andiamo, via... Il Congresso confederale riabilita il Parlamento, riabilita le assemblee peggiori delle classi che nel passato si sono rivelate piú corrotte e putrefatte.
È aumentato il nostro pessimismo, non è diminuita la nostra volontà. I funzionari non rappresentano le masse. Gli Stati assoluti erano appunto gli Stati dei funzionari gli Stati della burocrazia: essi non rappresentavano le popolazioni e furono sostituiti dagli Stati parlamentari. La Confederazione rappresenta, nello sviluppo storico del proletariato, ciò che lo Stato assoluto ha rappresentato nello sviluppo storico delle classi borghesi; sarà sostituita dall’organizzazione dei Consigli, che sono i parlamenti operai, che hanno la funzione di corrodere i sedimenti burocratici e di trasformare i vecchi rapporti organizzativi. È aumentato il nostro pessimismo, ma è sempre viva e attuale la nostra divisa: pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà.
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