Ecco le domande che troveranno una risposta nelle elezioni. Per avere una risposta positiva, concreta, storicamente controllabile e documentabile, il Partito comunista si presenta alle elezioni. Il Partito comunista, nello schieramento delle forze sociali che verrà determinato dai programmi elettorali, vuole identificare le sue schiere, vuole contare i suoi effettivi. È questa una fase necessaria del processo storico che deve condurre alla dittatura del proletariato, alla fondazione dello Stato operaio. Le elezioni sono, per i comunisti, una delle tante forme di organizzazione politica proprie della società moderna. Il Partito è la superiore forma organizzativa; il sindacato e il Consiglio di fabbrica sono forme organizzative intermedie, in cui si inquadrano i proletari piú coscienti per la lotta quotidiana contro il capitale, in cui l’inquadramento avviene su una piattaforma di carattere sindacale. Nelle elezioni le masse si pronunziano per il fine supremo politico, per la forma dello Stato, per l’affermazione della classe operaia come classe dirigente. Il Partito comunista è essenzialmente il partito del proletariato rivoluzionario, cioè degli operai addetti all’industria urbana, ma esso non può giungere alla meta senza l’appoggio e il consenso di altri ceti, dei contadini poveri e del proletariato intellettuale. Ecco l’affermazione di principio: qual è oggi la forza espansiva del proletariato rivoluzionario? quanti sono gli elementi delle altre classi lavoratrici che riconoscono nel proletariato la futura classe dirigente e fin da oggi, nonostante la situazione caotica, nonostante le delusioni patite, nonostante il terrorismo che la reazione esercita, intendono appoggiarlo nel suo sforzo di organizzazione e di inquadramento?
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