In Italia non esiste oggi una concentrazione dei poteri nelle mani del governo e dell’on. Giolitti. In Italia si verifica la dissoluzione dell’intera struttura del regime. Il governo non funziona, il Parlamento non funziona perché lo Stato è in completa decomposizione, perché la magistratura, la gerarchia militare, la polizia, la burocrazia non ubbidiscono piú al loro centro naturale, al governo politico, ma sono controllate arbitrariamente, caoticamente da gruppi privati incapaci di organizzarsi come nuova classe dominante e di esprimere dal seno di questa organizzazione un governo proprio regolare.
La crisi generale italiana è crisi delle classi medie, è crisi del principio di autorità nei comandi sociali subalterni, che appunto costituiscono il massimo della struttura borghese dello Stato. Come potrebbe il Parlamento sanare una simile crisi? Da quale fonte potrebbe ricavare la forza necessaria per imporsi, per ripristinare lo spirito gerarchico? Non certo dal capitalismo, che appunto è la ragion d’essere della crisi in quanto non riesce piú a dominare le forze produttive, in quanto ha dimostrato di essere ormai incapace ad assicurare alla società i mezzi di sussistenza e di sviluppo. Solo il proletariato può dare la forza necessaria per ripristinare un ordine elementare, una pubblica sicurezza, una giustizia, una milizia disciplinata al governo: ma è da ritenersi che il proletariato non darà la sua forza al Parlamento, e se anche volesse, non potrebbe restaurare il regime parlamentare.
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