Se essi credono questo mandino deputati in Parlamento per avere da un aumento del loro numero la rivoluzione e la liberazione.
Credono i proletari che gli organismi della classe borghese possano servire come organi di governo anche per la classe proletaria, che essi possano servire a dare libertà e giustizia ai lavoratori, mentre sino ad oggi sono serviti solo a dare loro schiavitú e tormenti?
Se credono questo invitino i socialisti a parlare chiaro, a dichiarare il fondo del loro pensiero, a dire che in Parlamento ci vanno per preparare la collaborazione coi borghesi ed il governo... proletario in Stato borghese; invitino espressamente i socialisti a collaborare e votino per il Partito socialista.
Ma pensino i proletari quali sono le condizioni del momento presente. Pensino che la guerra ha aperto la piú grande crisi che la storia ricordi, crisi che non è di un governo o di uno Stato, ma di un regime e di un mondo, del regime e del mondo dei padroni.
Osservino i proletari come da quando questa crisi si è aperta e quanto piú essa diviene acuta, tanto piú si rivela che la tattica seguita negli anni della pace e della tranquillità non serve piú a nulla nel momento attuale.
Tutto ciò che una volta poteva sembrare un passo fatto in avanti, ogni azione che un tempo serviva a garantire un po’ di libertà, a dare un po’ di giustizia ai lavoratori, oggi non serve che a rendere piú acuta la crisi, a far infierire i nemici, a suscitare reazioni piú forti, a rendere piú dura la vita e piú aspra la battaglia.
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