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      Qual è la parola d’ordine del Partito socialista? Come possono le masse ancora fidarsi di questo partito, che esaurisce la sua attività politica nel gemito e si propone solo di far tenere dai suoi deputati dei «bellissimi» discorsi in Parlamento?
     
     
      Povero Partito comunista!(60)
     
     
      I «grandi uomini» dell’Avanti! non trascurano nessuna occasione per esternare i sensi del loro sviscerato amore per il giovane, gracile, inesperto, ingenuo Partito comunista d’Italia. Come procede male questo povero Partito comunista! Come sono piccoli gli uomini che lo dirigono! Ah! se alla testa del Partito comunista, invece di Bordiga e Fortichiari, ci fossero Giovanni Bacci e Gian La Terra: certo a quest’ora il Partito comunista, per la grande idea che esso esprime, avrebbe fatto almeno dieci rivoluzioni, avrebbe duecento deputati alla Camera, avrebbe quattromila Consigli municipali, diecimila cooperative, ventimila mutue, una dozzina di banche, e chissà mai quali altre cose avrebbe! Peccato, peccato, peccato!
      Invece! Il povero Partito comunista non pensa ad altro che a dissolversi, a scindersi, a disgregarsi. Sono quattro gatti (immaginate un po’ che hanno ottenuto appena 298.341 voti alle elezioni e hanno mandato alla Camera appena appena 15 deputati!) e si graffiano tra loro. Spaventati dai graffi, pieni di terrore per la pupilla degli occhi loro, a Milano parecchi consiglieri municipali comunisti sono rientrati nel Barnum; a Genova l’ingegnere Costantini, seccato e disgustato dai metodi di lotta «puri», rientra anch’egli nel Barnum; a Torino poi, nella Mecca del «purismo», la dissoluzione è giunta al suo piú alto grado, e i terribili Marat, i furiosi Marat, i piccoli Marat, non potendosi avvoltolare nel sangue dei socialdemocratici, non potendo giocare alle bocce con la testa ghigliottinata dei mandarini sindacali, irosamente si avvoltolano - sapete in che cosa?


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





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