Ecco ciò che si legge nella Giustizia del 12 giugno:
La Direzione del Partito ha voluto ingraziarsi gli estremisti e i loro dittatori di Mosca, offrendo - per ora - la testa dei socialisti reggiani. Non potendo colpirli per le loro idee, perché ciò obbligherebbe moralmente tutti i compagni della stessa corrente, da Turati a D’Aragona, a fare con essi causa comune, li ha colpiti in nome della disciplina. Quella disciplina che non parve ai direttori del Partito lesa dal fatto che figurasse tra i candidati del nostro collegio il sindacalista Faggi che non è neppure ora e - credo - non fu mai iscritto al Partito. E che fu portato - si può, aggiungere - non tanto per protestare contro il suo arresto ingiustificatissimo, quanto perché si calcolò - e lo si disse - che il suo nome poteva portare molti voti alla lista!
Tutto è possibile in questi tempi borgiani. Solo restiamo di sasso, come diceva quel tale, nel dover constatare con quanta disinvoltura, uomini che hanno la responsabilità di dirigere un partito, si affatichino (?) a demolirlo.
Ci sarebbe da perdere la testa... se non l’avessimo ben piantata sulle spalle.
Ahiloro! Ahiloro! Ahiloro!
Sovversivismo reazionario(61)
Al gioco non troppo significativo delle combinazioni tra i vari gruppi parlamentari, argomento prediletto della cabalistica dei corrispondenti romani, è seguito ieri alla Camera il debutto di colui che ama presentarsi ed essere presentato come il capo della reazione italiana: Mussolini. E Mussolini debuttando ha creduto bene ricordare, quasi a titolo di merito, le sue origini sovversive.
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