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      Per indurre i capi sindacali e i deputati socialisti a smetterla con l’«intransigenza» e a collaborare col governo e coi capitalisti, l’on. Giolitti permise al fascismo di martirizzare intere regioni, di interrorire milioni e milioni di cittadini, di organizzare 400.000 armati per la guerriglia civile. Piano machiavellico, quello dell’on. Giolitti. Ma la realtà è piena di contraddizioni: troppo spesso accanto alla faccia cinicamente pensosa del Machiavello stride la beceresca sghignazzata di Stenterello. La tattica fascista e la pedagogia politica giolittiana hanno avuto questo risultato: l’organizzazione sindacale italiana si è sgretolata, le masse non ubbidiscono piú ai capi dai quali sono state abbandonate vilmente nel momento del pericolo e della strage.
      Quale fine avrebbe ormai una collaborazione dei socialisti col governo? I socialisti, i capi sindacali, possono giovare al capitalismo solo quando le loro parole d’ordine sono raccolte dalle masse organizzate nei sindacati. I capi sindacali, individualmente, sono stimati zero. La loro ignoranza è nota universalmente; la loro incapacità amministrativa è proverbiale. Altro è stipulare dei concordati industriali, altro è governare un paese. I capi sindacali sono apprezzati solo in quanto si suppone godano la fiducia delle grandi masse lavoratrici, solo in quanto possono evitare scioperi e possono convincere gli operai ad accettare con rassegnazione lo sfruttamento e l’oppressione del capitalismo «per salvare la nazione dalla rovina». Oggi i socialisti, i capi sindacali hanno perduto ogni controllo sulla classe operaia; se anche volessero, non potrebbero far nulla.


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Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





Machiavello Stenterello