Assecondando l’istinto rivoluzionario delle masse volle inasprire la borghesia che infatti non tardò, al momento opportuno, e cioè quando tutto il rivoluzionarismo socialista si rivelò una buffonata colossale, a sferrare la reazione con bande armate dal cosiddetto fascismo. Giolitti immunizzò il fascismo: lo fece incoraggiare dalla sua stampa, l’elevò a fattore nazionale di prim’ordine. Il fascismo alleato alla politica trionfò facilmente sull’organizzazione operaia, affatto preparata a difendersi nel terreno della violenza. L’azione fascista fu di martellamento ad ordine sparso per poter applicare la teoria dell’economia delle forze sí che apparve ovunque formidabile, per la snellezza dei movimenti, radunandosi, convergendo ove piú necessaria appariva l’azione rapida e terroristica.
Il fascismo cosí è riuscito a terrorizzare intere popolazioni sovversive ed a tenere soggetto il paese alla sua politica di violenze. Il suo trionfo è diventato ora la sua morte. Malgrado tutto, a bilancio di sei mesi di reazioni, si hanno evidenti segni di riscossa proletaria. La seminagione d’odio fatta dal fascismo, con i suoi delitti, ha approfondito il solco dell’odio di classe; le zone tormentate dal martello fascista dànno i fuorusciti senza casa e le famiglie disperse; i lavoratori assoggettati dalla violenza fascista anziché lavorare nel campo e nelle officine con volere ed amore, meditano la vendetta; ovunque spira aria di congiura sí che la vita sociale sembra artificiale, mentre alte nubi minacciose di prossima tempesta s’addensano sull’orizzonte.
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