E questa volta la tempesta saprà dove colpire perché non a nulla serve l’esperienza dolorosa di questi ultimi tempi.
Si tenta ora d’alzare, al di sopra della mischia, la bandiera bianca della pace. Chi s’adopera ad inalberarla sono proprio due forze contrarie: i fascisti ed i socialisti. Il governo si ripromette di ritrarne i maggiori vantaggi possibili.
I fascisti giustificano questo loro spirito pacifista per essere riusciti a disarmare di ogni velleità rivoluzionaria e bolscevica il movimento socialista. Ma oltre a questa, altra ragione piú importante ha sospinto i fascisti verso la realtà. E cioè se i capi del movimento socialista ripiegarono dalla linea del programma rivoluzionario, le masse sono rimaste sempre sdegnose e racchiuse in un terribile silenzio. Questo atteggiamento delle masse, pieno d’incognite, è di disagio all’azione fascista che non ha fatto altro che affrettare, precipitare la crisi del regime in un vasto mare di odio, eccellente esplosivo per le anime dei lavoratori che da decenni sopportano umiliazioni e sfruttamenti. Incontro a queste preoccupazioni fasciste vanno i «capi» del socialismo sfoggiando umanitarismo e proponendo il rogo per i documenti infamanti la reazione fascista. Si vuol fare obliare il passato! Vana fatica, ed affatto nobilissima, perché egli è con queste lagrime da femminucce che si prolunga l’agonia al proletariato. L’umanitarismo socialista nasconde la impotenza di questo partito a fronteggiare sul terreno «classista» un movimento reazionario della borghesia.
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