Pagina (286/334)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Come per il fascismo è manifesta la finalità delle sue lotte: riportare consorterie provinciali e comunali al potere, ridare al capitalismo agrario e industriale libertà di movimento per lo sfruttamento dei lavoratori, cosí per i socialisti è urgente dimostrare alle masse che il benessere viene dall’azione legale, visto che a nulla è valso predicare la rassegnazione e che anzi ove questa è stata accettata l’odio cova piú forte che altrove, sotto l’apparente tranquillità della superficie.
      Sul terreno quindi della violenza i socialisti sono rimasti sconfitti; i fascisti s’accorgono di essere impotenti in quanto producono al regime piú male che non una rivoluzione bolscevica. E per questo uomini parlamentari di una parte e dell’altra, organizzatori e funzionari tentano ricacciare nell’Averno il diavolo che fu evocato a salvezza della patria.
      La situazione è difficile e lo spasimo dell’ora è dato dalle folte schiere di disoccupati e dal cinico e sempre crescente chiudersi di stabilimenti. S’innalza una bandiera bianca di pace in mezzo a tanti delitti e a tanti dolori? Chi ha voluto artatamente gettare il paese in questa via senza uscita? Non fu forse volontà di oppressione della borghesia, e non fu forse avidità di ricchezza di tutti i ladri dell’erario durante la guerra?
      Ed allora abbasso la bandiera bianca, e resti sfida eterna, suggello di odio purificatore e liberatore, la bandiera rossa della fede e della speranza rivoluzionaria delle masse.
      I comunisti non patteggiano, lottano, si battono, subiscono sconfitte e dolori, ma non chiedono pace a coloro che il mondo del lavoro tengono soggetto con la violenza di classe.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti politici
Seconda parte
di Antonio Gramsci
pagine 334

   





Averno