.. rivoluzione.
L’esperienza ungherese ha lasciato un insegnamento: i reazionari, per battere i comunisti, accarezzano in un primo tempo i socialisti, scendono a patti con loro, fanno degli accordi di pacificazione; una volta battuti i comunisti, gli accordi e i patti vengono stracciati e anche i socialisti assaporano la corda e la pallottola. L’allegria che permanentemente caratterizza gli Stenterelli confederali, appare, secondo la logica degli avvenimenti, l’anticipazione della smorfia granguignolesca di questa povera élite dirigente del proletariato italiano, che per le sue indecisioni, per la sua inettitudine, per la sua incapacità a comprendere le situazioni politiche minaccia d’essere travolta in un caos di barbarie senza precedenti nella storia del nostro paese.
L’ora del proletariato(69)
La borghesia prende coraggio. La borghesia è oggi come colei che si sente al sicuro, dopo aver superato un grave pericolo. E per dimenticare quasi il pericolo che ha corso si mette a tirare colpi ciechi contro il nemico che crede di aver vinto e disfatto. Il nemico deve scomparire. Nessuna pietà, nessuna attenuazione. La borghesia ha troppo tremato in tutto il mondo. Essa perciò vuole la disfatta, l’annientamento completo del suo nemico. Piú nessuna traccia ne deve restare nel mondo. Nemmeno il ricordo; nemmeno la piú pallida ombra deve sopravvivere. La borghesia odia mortalmente il comunismo. La borghesia mondiale è d’accordo tutta quanta sul farla finita con esso per sempre. Chiuse le officine, fermato il lavoro nei campi e nelle miniere, si è dappertutto accresciuto il numero dei disoccupati.
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Stenterelli
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