Il Partito socialista, che ha dall'armistizio all'occupazione delle fabbriche rappresentato la confusione demagogica di queste tre classi del popolo lavoratore, è oggi il massimo esponente e la vittima piú cospicua del processo di disarticolazione (per un nuovo, definitivo assetto) che le masse popolari italiane subiscono come conseguenza della decomposizione della democrazia.
Un Partito di masse(2)
Il Partito socialista si presenta al Congresso di Milano con 80.000 inscritti. Un piccolo ragionamento sulle cifre può essere utile, piú di qualsiasi ragionamento teorico, per avere una esatta comprensione della natura e dell'attuale funzione del Partito socialista italiano.
Dopo il Congresso di Livorno il Partito socialista rimase costituito da 98.000 comunisti unitari e da 14.000 riformisti, cioè da 112.000 inscritti. Dopo Livorno sono entrati nel Partito almeno 15.000 nuovi soci; se oggi gli inscritti sono 80.000 ciò significa che dei 112.000 votanti a Livorno 47.000 sono andati via; i 65.000 rimasti coi 15.000 nuovi entrati costituiscono appunto gli attuali effettivi di 80.000.
Al Congresso di Livorno i comunisti unitari erano 98.000; l'attuale frazione massimalista unitaria, continuatrice di quella comunista unitaria, avrà al Congresso di Milano dai 45.000 ai 50.000 voti; è chiaro che i 47.000 fuorusciti dal Partito socialista dopo Livorno sono nella quasi totalità comunisti unitari.
La qualità degli attuali 80.000 inscritti può essere compresa da questo piccolo ragionamento. Il Partito socialista amministra attualmente circa 2.000 comuni, e 10.000 tra leghe, Camere del lavoro, cooperative, mutue.
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