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      Bisogna parlar chiaro(3)
     
     
      Dopo aver letto il nuovissimo manifesto lanciato al proletariato d'Italia e «gli sfruttati tutti» dal Partito socialista e dalla Confederazione generale del lavoro ogni operaio è naturalmente costretto a domandarsi e a domandare: «Quali fini comuni possono proporsi oggi la classe operaia e tutti gli altri sfruttati? Con quale tattica e nei quadri di quale nuovo tipo di organizzazione possono essere raggiunti questi fini? Insomma, cosa dobbiamo fare? Il Partito socialista crede sia maturo il tempo per organizzare i Consigli dei delegati operai, contadini e soldati?».
      Queste domande sono perfettamente giustificate. Il manifesto dei socialisti infatti non si riferisce solamente alla lotta sindacale per gli orari e i salari; esso invita «tutti gli sfruttati» a una lotta unitaria contro la speculazione, cioè contro il sistema capitalistico in generale, nelle sue forme immediatamente concrete di protezionismo doganale, di rincaro dei viveri, di disoccupazione. La lotta sindacale appare nel manifesto solo come motivo particolare di un quadro piú ampio e comprensivo. Gli operai e i contadini organizzati nelle Camere del lavoro e nelle Federazioni appaiono nel manifesto solo come l'avanguardia dell'esercito che si vuole mobilitare. Perché? A qual fine? Con quale indirizzo? Non essendoci in vista né elezioni parlamentari... né elezioni municipali, lo scopo di questa mobilitazione dovrebbe essere solo rivoluzionario, dovrebbe essere: come programma minimo, l'organizzazione di un sistema di Consigli per il controllo sulla produzione e sugli scambi, di Consigli eletti da tutti i lavoratori, manuali e intellettuali, organizzati e disorganizzati, comunisti, socialisti, sindacalisti, anarchici, popolari; come programma massimo, l'organizzazione di Consigli di deputati operai, contadini e soldati che si propongano di lottare per sostituire nel potere statale, il Parlamento e i Municipi.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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