Tutta questa gente, come è naturale, si manifestava contraria all'ingerenza dei partiti politici nel movimento sindacale, affermava che il sindacato basta a se stesso, che il sindacato è il «vero» nucleo della società futura, che nel sindacato si trovano gli elementi strutturali dell'ordine nuovo economico e politico proletario.
Nell'Ordine Nuovo settimanale noi abbiamo, spregiudicatamente, con metodo libertario, cioè senza lasciarci deviare da preconcetti ideologici (quindi con metodo marxista, dato che Marx è il piú grande libertario apparso nella storia del genere umano) esaminato quale sia la reale natura e la reale struttura del sindacato. Abbiamo cominciato col dimostrare come sia assurdo e puerile sostenere che il sindacato possieda in sé la virtú di superare il capitalismo: il sindacato è obiettivamente nient'altro che una società commerciale, di tipo prettamente capitalistico, la quale tende a realizzare, nell'interesse del proletario, un prezzo massimo per la merce-lavoro e a realizzare il monopolio di questa merce nel campo nazionale e internazionale. Il sindacato si differenzia dal mercantilismo capitalista solo soggettivamente, in quanto, essendo formato e non potendo essere formato che da lavoratori, tende a creare la coscienza nei lavoratori che nell'ambito del sindacalismo è impossibile raggiungere l'autonomia industriale dei produttori, ma che perciò è necessario impadronirsi dello Stato (cioè privare la borghesia del potere di Stato) e servirsi del potere statale per riorganizzare tutto l'apparecchio di produzione e di scambio.
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