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      ); ma questo tentativo è caduto nel vuoto. Il movimento sindacale, espandendosi, ha creato un corpo di funzionari che è completamente avulso dalle singole industrie e obbedisce a leggi puramente commerciali: un funzionario dei metallurgici passa indifferentemente ai muratori, ai calzolai, ai falegnami; egli non è tenuto a conoscere le condizioni reali tecniche dell'industria, ma solo la legislazione privata che regola i rapporti tra imprenditori e manodopera.
      Si può affermare, senza paura di essere smentiti da alcuna dimostrazione sperimentale, che la teoria sindacalista si è ormai rivelata come un ingegnoso castello in aria, costruito da uomini politici i quali odiavano la politica solo perché essa, prima della guerra, significava solo azione parlamentare e compromesso riformistico.
      Il movimento sindacale è nient'altro che un movimento politico, i capi sindacali sono nient'altro che leaders politici, i quali giungono alla posizione occupata per aggregazione invece che per elezione democratica. Per molti aspetti i capi sindacali rappresentano un tipo sociale simile al banchiere: un banchiere esperto, che ha un buon colpo d'occhio negli affari, che sa prevedere con una certa esattezza il corso delle borse e dei contratti, accredita il suo istituto, attira i risparmiatori e gli scontisti: un capo sindacale che sa prevedere i risultati possibili nel cozzo delle forze sociali in lotta, attira le masse alla sua organizzazione, diventa un banchiere d'uomini. Da questo punto di vista D'Aragona, in quanto era spalleggiato dal Partito socialista, che si affermava massimalista, fu miglior banchiere di Armando Borghi, emerito confusionario, uomo senza carattere e senza indirizzo politico, merciaiolo da fiera piú che banchiere moderno.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





D'Aragona Partito Armando Borghi