Oggi la situazione storica č questa: una sola grande classe sociale č in grado di opporsi validamente ai tentativi liberticidi della reazione scatenata, la classe degli operai, il proletariato. Questa classe compie oggi la stessa funzione liberatrice che nel Risorgimento č stata propria dei liberali. Questa classe ha un suo partito, il Partito comunista, col quale devono collaborare tutti gli elementi disinteressati e sinceri dello Stato italiano, che vogliono mantenere fede al loro ufficio di custodi delle libertā popolari contro tutti gli assalti delle forze oscure del passato che non vuol morire.
Gestione capitalistica e gestione operaia(6)
La Perseveranza e alcuni altri giornali notoriamente legati agli interessi dell'affarismo bancario-industriale italiano, hanno cercato di rispondere ai rilievi da noi fatti sulle cause che hanno determinato le due clamorose sconfitte subite dalla Fiat al circuito di Brescia. Gli scrittori di questi giornali probabilmente non hanno mai visto un'officina moderna; certamente essi ignorano cosa sia lo spirito industriale; indubbiamente essi sono in malafede, e hanno il partito preso (e pagato) di insorgere in difesa dei proprietari per qualsiasi contesa e di trovare che tutte le responsabilitā dei mali che affliggono la produzione italiana ricada sulla classe operaia, sul bolscevismo, sui Consigli di fabbrica. Le parole sono parole, le affermazioni sono affermazioni; diano un'occhiata alle cifre, questi egregi signori, preghino gli industriali di pubblicare i dati di produzione che si riferiscono a questi periodi, caratteristici della attivitā industriale dei metallurgici torinesi: 1) dallo sciopero dell'aprile 1920 alla occupazione delle fabbriche; 2) occupazione delle fabbriche; 3) dall'occupazione delle fabbriche alla serrata dell'aprile 1921; 4) dalla riapertura, col licenziamento dei Consigli di fabbrica e dei gruppi comunisti, al circuito di Brescia.
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