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      Nel periodo di occupazione e di gestione operaia diretta, quantunque la maggioranza dei tecnici e degli amministrativi avesse disertato il lavoro, e una notevole parte della maestranza operaia fosse stata destinata a sostituire i disertori e a svolgere funzioni di sorveglianza e di difesa militare, tuttavia il livello della produzione fu piú elevato del periodo precedente, caratterizzato dalla reazione capitalistica dopo lo sciopero dell'aprile 1920.
      Nel periodo successivo all'occupazione - in cui il controllo operaio e il potere dei Consigli di fabbrica raggiunsero il massimo di efficienza - la produzione della Fiat fu tale, per quantità e per qualità, da superare di gran lunga la produzione del periodo bellico: da 48 vetture quotidiane si balzò alle 70 vetture quotidiane. I signori industriali giocarono una carta suprema su queste nuove condizioni create alla produzione dal potere dei Consigli di fabbrica: essi proposero alle maestranze un progetto di cottimo collettivo. Poiché esistevano i Consigli di fabbrica, i quali esercitavano un controllo reale e immediato su tutte le iniziative capitalistiche, e poiché, se controllato, il cottimo collettivo rappresenta un grande passo in avanti nel regime industriale, le maestranze accettarono, con alcune modificazioni, il progetto. Ma gli industriali, una volta introdotto il cottimo collettivo, passarono all'offensiva contro i Consigli e contro i gruppi comunisti. La serrata fu proclamata, gli operai rivoluzionari furono licenziati, i reparti furono disorganizzati, la reazione piú spietata fu introdotta come sistema.


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Scritti politici
Terza parte
di Antonio Gramsci
pagine 415

   





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