Non esiste per le forze produttive altra via di scampo che nell'organizzazione autonoma della classe operaia sia nel dominio dell'industria che nel dominio dello Stato.
Il Partito comunista e le agitazioni operaie in corso(7)
Un fremito di lotta percorre le file del proletariato italiano. La massima depressione dell'attività del proletariato è decisamente sorpassata e la lotta di classe va riprendendo il ritmo imponente che aveva prima degli avvenimenti della fine del 1920. L'offensiva capitalistica, il cui inizio si può ravvisare negli episodi del 21 novembre 1920 - un anno addietro - a Bologna, si è andata, nelle sue molteplici forme, scatenando solo dopo che sul morale delle masse aveva avuto il suo malefico influsso la disastrosa politica del Partito socialista e della Confederazione del lavoro, e pur profittando soprattutto degli errori e delle colpe dei dirigenti proletari, non appare essere stata tanto perniciosa quanto questi, se al massimo suo infierire la classe operaia risponde risollevandosi alla combattività di una volta.
Tra il periodo di lotte operaie che la tattica equivoca dei socialisti ha allora sciupato, e quello attuale, vi sono differenze profonde di situazioni e di rapporti di forze. Allora sembrava lasciata agli organismi proletari l'iniziativa dei movimenti e la scelta del programma di conquista, e l'avversario, padronato e Stato, sembrava disorientato e pressoché passivo. Oggi invece è la borghesia con una serie di armi ben temprate che muove contro il proletariato e lo assale sul terreno politico colla reazione e col fascismo, e sul terreno economico colle serrate e le denunzie dei patti di lavoro allora conquistati.
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