Noi siamo, in linea di principio, contro la creazione di nuovi sindacati. In tutti i paesi capitalistici il movimento sindacale si è sviluppato in un senso determinato, dando luogo alla nascita e al progressivo sviluppo di una determinata grande organizzazione, che si è incarnata con la storia, con la tradizione, con le abitudini, coi modi di pensare della grande maggioranza delle masse proletarie. Ogni tentativo fatto per organizzare a parte gli elementi sindacali rivoluzionari è fallito in sé ed ha servito solo a rafforzare le posizioni egemoniche dei riformisti nella grande organizzazione. Che costrutto han ricavato in Italia i sindacalisti dalla creazione dell'Unione sindacale? Essi non sono riusciti ad influenzare che parzialmente e solo episodicamente la massa degli operai industriali, cioè della classe piú rivoluzionaria della popolazione lavoratrice. Hanno, durante il periodo dall'uccisione di Umberto I alla guerra libica, conquistato la direzione di grandi masse agrarie della pianura padana e delle Puglie, ottenendo questo solo risultato: - queste masse, appena allora entrate nel campo della lotta di classe (in quel periodo si verificò appunto una trasformazione della cultura agraria che aumentò di circa il 50 per cento la massa dei braccianti), si allontanarono ideologicamente dal proletariato d'officina e, sindacaliste anarchiche fino alla guerra libica, cioè nel periodo in cui il proletariato si radicalizzava, divennero riformiste successivamente, costituendo dopo l'armistizio e fino all'occupazione delle fabbriche, la passiva massa di manovra che i dirigenti riformisti gettavano, in ogni occasione decisiva, fra i piedi dell'avanguardia rivoluzionaria.
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