La Confederazione generale del lavoro nel suo complesso rappresenta ancora la classe operaia italiana. Ma qual è l'attuale sistema di rapporti tra la classe operaia e la Confederazione? Rispondere esattamente a questa domanda vuol dire, secondo me, trovare la base concreta del nostro lavoro sindacale, e quindi stabilire la nostra funzione e i nostri rapporti con le grandi masse.
La Confederazione generale del lavoro è ridotta, come organizzazione sindacale, ai suoi minimi termini, a un decimo, forse della sua potenzialità numerica del 1920. Ma la frazione riformista che dirige la Confederazione ha mantenuto quasi intatti i suoi quadri organizzativi, ha mantenuto sul posto di lavoro i suoi militanti piú attivi, piú intelligenti, piú capaci e che, diciamo francamente la verità, sanno lavorare meglio, con maggior tenacia e perseveranza dei nostri compagni.
Una gran parte, la quasi totalità degli elementi rivoluzionari che nei passati anni avevano acquistato capacità organizzative e direttive e abitudini al lavoro sistematico sono invece stati massacrati o sono emigrati o si sono dispersi.
La classe operaia è come un grande esercito che sia stato privato di colpo di tutti i suoi ufficiali subalterni; in un tale esercito sarebbe impossibile mantenere la disciplina, la compagine, la spirito di lotta, l'unicità di indirizzo colla sola esistenza di uno stato maggiore. Ogni organizzazione è un complesso articolato che funziona solo se esiste un congruo rapporto numerico tra la massa e i dirigenti.
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