Vorrei sapere la sua opinione a questo proposito. Non mi sembra che la mia sia inconciliabile coll'essere comunista, sia pure indisciplinatamente: la funzione che attribuisco alle «sinistre» si svolgerà, credo, molto rapidamente, e non converrebbe certo al PC di compromettersi con esse, anche perché non porterebbe alcun contributo ad una campagna di tal genere. Ma mi pare che sia anche un errore il mettersi apertamente contro di esse e insistere troppo (come fa per es. l'Unità) nella derisione della «libertà» borghese: bella o brutta, è la cosa di cui piú fortemente sentono oggi il bisogno gli operai ed è il presupposto di ogni conquista ulteriore. Proprio come durante la guerra il neutralismo non era certo una politica socialista: ma è certo stata la migliore politica, fra quelle possibili, per il Partito socialista, perché era la piú sentita dalle masse. Il PC non può, per la contraddizione, far la campagna per la libertà e contro la dittatura in genere: ma commette un grave errore quando dà l'impressione di sabotare un'alleanza delle opposizioni, come ha fatto con la precipitosa dichiarazione di partecipazione alla lotta elettorale, quando gli altri partiti fingevano di minacciare l'astensione. La sua funzione è, per ora, quella della
mosca cocchiera, perché, dopo, sarà necessario per un partito di massa essersi distinto nella lotta contro il fascismo: ancora, come durante la guerra. E intanto sarà bene che, approfittando di quella esperienza, si prepari un programma concreto per dopo: allora certo sarà in primo piano la quistione meridionale e quella dell'unità. Ma non oggi: la battaglia dei fascisti per avere nella lista Orlando e C. non credo abbia il significato da lei attribuitole: può essere spiegata piú semplicemente come un ovvio espediente elettorale, necessario per evitar un fiasco: questa spiegazione è anche piú degna del prefetto di Napoli e di Mussolini.
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